Alessandria Medica 05/2014 - Medici senza scorta

Ci siamo purtroppo abituati a notizie sui giornali di Colleghi feriti, aggrediti sul lavoro, con conseguenze talvolta molto pesanti.

Ma quando accade vicino a noi ci sentiamo colpiti di persona, turbati perchè conosciamo la persona,  e ci riflettiamo in lui. Questo è capitato a noi dell’Ordine, quando siamo venuti a conoscenza della violenza subita da un Collega amico, nell’ambito della sua attività professionale.

Di colpo l'aggressione che, letta sui giornali, appariva irreale e lontana, si avvicina, diventa reale, ci fa sentire che può accadere a noi. Avvertiamo il danno e la sua gravità, percepiamo l'odore del sangue ed il dolore fisico.


Conoscere i dettagli da parte del Collega (che, se non perché sollecitato da noi, non ci avrebbe neppure informati)  aumenta la percezione della gravità del fatto e ci fa rabbrividire di orrore e sdegno: il Collega, nel suo studio dell’Azienda in cui opera, parlando con la persona che aveva visitato, all’improvviso vede che questi gli rovescia addosso lo schermo del computer, in modo da fargli chinare il capo e poterlo fulmineamente colpire sulla nuca facendo ruotare un mattone di notevole dimensioni, occultato  in un sacchetto di plastica che teneva in mano.

Per fortuna le conseguenze non sono state letali ed il Collega oggi può raccontare in prima persona la brutta avventura.

Questa società, così sbrindellata in tanti suoi comparti dalla incuria e dal malgoverno nazionale, riversa le sue degenerazioni su tanti Medici, soli nei loro studi, nelle corsie degli ospedali, nei corridoi delle ASL, lasciandoli inermi a subire la brutalità umana mentre compiono il loro dovere. Per converso vedo che per i politici nazionali ed a volte addirittura per i loro familiari continuano ad esserci auto blu e scorte: mi domando poi perchè debbano avere una scorta, considerato che non ho mai letto che questa abbia dovuto intervenire per salvarli da un pericolo durante il lavoro.

Su Facebook oggi leggo il post di una persona che insulta con parole volgari i Medici perchè durante il lavoro “curano i pazienti oncologici col sorriso sulle labbra”.

Invece di pensare che il loro sorriso sia un potente strumento di terapia per chi è nella disperazione di avere una neoplasia, questa persona sembra voler insinuare che i medici sono indifferenti alle sofferenze dei malati!

Teniamo presente perciò, durante il nostro lavoro,  che ci stiamo muovendo in un ambiente che non è quello che conoscevamo e che oggi si è riempito di pericolosi veleni fisici e morali. E andiamo avanti, nonostante tutto, nella nostra strada con quella sana passione per la medicina, spinta dal desiderio di aiutare il prossimo, che ci rende speciali nella vita professionale ed anche fuori di essa.


Mauro Cappelletti

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